lunedì 16 dicembre 2013

PARRUCCHI E PIOGGE

Sempre su Badoo, conobbi un bel parrucchiere da donna, distinto, elegante, moderatamente palestrato (più di testa che nel corpo), un bell'uccello durevole, somigliava all'Immortale (lui, non l'uccello!), ovvero l'attore Cristophe Lambert in Highlander
Pur essendo mio coetaneo, era poco rugoso e ben curato. Lo chiamerò Alberto Rossi. Aveva un negozio ben avviato nella prima cintura milanese. Quando uscimmo la prima volta, fu per andare a ballare, in un locale del centro piuttosto chic ed esclusivo. Ci trovammo subito in armonia nelle danze. Ballavamo o scopavamo in mezzo alla pista? So solo che ci sentivamo entrambi mooooolto sexy e che le persone ci guardavano ammirate. Durante una salsa assaggiammo in nostri sapori: c'era intesa! Volammo subito da me, già in ascensore non resistemmo più: bloccammo la corsa e via le mutandine, avevo le autoreggenti, mi imbracciò coi suoi bicipiti d'acciaio, su le cosce, mi resse mentre mi penetrava. L'ascensore traballava, ma non temevamo nulla in quel momento: erano le 3 di notte, il palazzo, solo di uffici, era dormiente.

Poi una volta scemata la tempesta erotica da ascensore, salimmo al mio piano, entrammo , riprendemmo a limonare, e continuammo l'esercizio: su e giù, su e giù, su e giù... dappertutto. Furono nostri: il divano dell'ingresso, il tavolo della cucina, il piano in marmo del bagno, infine il banale letto. Mi faceva godere a ripetizione, come raffiche: ridevo e ridevo dal godimento. Una risata aperta e di gola, gorgheggiante. E' la mia caratteristica. Ma dopo due ore e mezza ininterrotte, lui non veniva mai ed io cominciavo a stancarmi. Gli chiesi se ci fosse un motivo particolare. Mi disse: Se vuoi vedermi godere, mi devi pisciare sul cazzo. La cosa mi intrigò subito, perché ogni novità sessuale mi attizza. Non mi era mai capitata una richiesta così. Gli dissi: Ho una doccia grande come un bagno turco, con tanto di panchetta di marmo. Un sorriso gli illuminò il bel volto. Ci spostammo là e accendemmo l'acqua. Nudi, Alberto si sedette sulla panchetta con quell'alabarda di acciaio ritta in piedi. Io mi arrampicai sulle sue gambe, restando un poco sollevata, cominciai a pensare alla minzione. In quella posizione ricordo non era così facile. Intanto lui si manovrava l'alabarda, in attesa, succhiandomi i capezzoli. Dovetti stopparlo: le donne che leggono questo blog sanno perché! Durante l'eccitazione sessuale, infatti, il desiderio di urinare si interrompe. Finalmente lasciai andare la mia pioggia dorata e lui, sempre segandosi, godette con un bel getto di sborra che inondò le mie cosce. In seguito volle sempre beneficiare di questo trattamento, purtroppo lo vivo come un'umiliazione del mio partner e la cosa a lungo andare mi annoiò. Non lo vidi mai più.


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