giovedì 29 maggio 2014

PALESTRATO CERVELLINO

E' inutile, mi piacciono gli uomini belli. Sono esteta e non solo in filosofia. Sono godereccia e non solo a tavola. Per belli intendo con un bel viso ed un bel corpo, che siano curati nell'abbigliamento, abbiano stile personale, siano alti QB, pratichino sport, siano intelligenti e colti, che non è la stessa cosa. Che siano ricchi. Che abbiano ancora tutti i loro capelli in testa e possibilmente senza crestine di gallo. Astenersi uccelli piccoli. Chiedo troppo? A giudicare dalla media, sì. Eccone infatti un esempio. In quell'immenso territorio di caccia che è Badoo reperii anni fa un palestrato di cui nemmeno ricordo il nome, con un piercing sul capezzolo, che sulle prime sembrava interessante: aveva un fisico da paura, belloccio, ben vestito. Non chiesi l'altezza né feci il QI.
Per il pisello, mi riservavo di tastare di persona. Ci aspettava il rito dell'annusata. Ci scambiammo i numeri e mi mandò foto sue. Era un ballerino di svariati locali, faceva soprattutto spogliarelli in occasione della Festa della Donna. Già con questa sua attività lavorativa, avrei dovuto capire. Invece, reduce di un incontro con un siculo che si presentò senza portafoglio adducendo la scusa di averlo dimenticato a casa, rimasi abbagliata dai suoi introiti. Errori di gioventù (si fa per dire, perché avevo già superato gli anta)! Si preoccupava che, dati i miei anta, non fossi abbastanza porcella, insistendo con volgarità sui dettagli più intimi e sugli stereotipi del tacco alto, minigonna, della giarrettiera e della guepière. Anche qui avrei dovuto capire che non era adatto a me! Mai derogare da se stessi. Da questo episodio ne trassi vantaggi. Da allora faccio domande che sembrano ingenue, ma che in realtà mi permettono di capire il livello di intelligenza del soggetto, nonché di sondarne la cultura. Venne da me la prima volta (e l'unica) dopo mesi. Era di giorno idraulico e se ne vantava, dicendo che corrispondeva allo stereotipo dello sturatubature che stura i … ehm.. tubi delle casalingue. Quindi molto indaffarato. Un giorno mi chiamò dicendo che il giorno successivo sarebbe stato a Milano e che mi voleva incontrare. Avrebbe avuto fretta, perciò non poteva prendersi il tempo di fare un pasto al ristorante e voleva annusarmi direttamente da me. Andai in deroga anche qui. Altro errore che non ripetei più. Pretese che mi presentassi alla porta in desabillée, pronta alla scopata, cosa che feci con dedizione. Ennesima deroga, ennesimo errore. Arrivò l'orario prestabilito, si presentò alla porta in abiti da lavoro, sudici e decisamente ineleganti, ed era molto basso. Dentro di me rimasi delusa ma non volli darlo a vedere. Inutile parlare della scopata. Fu banale e insoddisfacente, non ero coinvolta, non lo stimavo. La cosa finì entro 20 minuti. Quando richiamò dopo un anno per rivedermi gli dissi: Chi sei? Capì e mi lasciò stare.

martedì 27 maggio 2014

REGINA DEGLI UCCELLI


Quella notte non ci riuscii. Dopo essere andata a dormire con le pulcine, mi giravo e rigiravo nel letto. La mia mente continuava a tornare sugli eventi della mattinata, a farsi domande, ad analizzarli alla moviola. Dovetti alzarmi e scriverne per liberarmi. Fino alla settimana precedente avevo declinato ogni offerta bisex, convinta di essere eterissima. Mesi prima, tuttavia, ero venuta a conoscenza di un threesome tra un uomo, sposato, con altre due donne contemporaneamente, moglie esclusa. Egli affermava di amarle entrambe (ma intanto la sola ad aver avuto un figlio da lui era la moglie). Le due si definivano ASSOLUTAMENTE ETERO, SENZA OMBRA ALCUNA DI OMOSESSUALITA', mentre io sostenevo la tesi che ognuno di noi pare abbia dentro sé una parte di uomo e una di donna, a percentuali variabili. Io stessa cominciai a nutrire dubbi su di me in proposito. Un bel dì ne parlai con Luca Valente, ovvero ALABARDA SPAZIALE, ammettendo che durante il mio MT quotidiano penso sovente alle tette per eccitarmi. Non se lo fece ripetere due volte!Mi lanciò al volo quello che è il sogno di ogni italiano: di farlo in tre, con un'altra donna. Dissi: C'è sempre una prima volta! Se non provo, non potrò mai sapere se mi piace oppure no. La voglio giovane, bella e tettona. Tempo due o tre giorni, aveva già combinato con una brasiliana, da lui testata in precedenza in unarelazione durata svariate settimane in un contesto dove entrambi erano degenti a lungo termine, separati dal resto del mondo e accomunati dal disagio che vivevano. Avevano condiviso gioie e dolori, soprattutto cercavano di alleviare le proprie sofferenze, solitudini e carenze d'affetto nella reciproca soddisfazione sessuale. Erano stati affiatati. Gli dissi: Vediamo le sue foto! Me le inviò su WhatsApp. Era carina e tettona. Era sposata e scontenta del suo matrimonio e forse da Luca ambiva qualcosa di più che non la semplice scopata. O forse era Luca stesso a volerlo. So solo di ricordare che mi disse: Ti prego, non le ho detto di noi quindi non smentirmi. Ma io non posso mentire. Soprattutto non posso nascondermi dietro un dito: lei avrebbe capito dal nostro affiatamento sessuale. Quindi posi la condizione che sapesse di noi due. Lui farfugliò qualcosa, ma alla fine accettò di dire la verità. Luca le disse che ero scrittrice e che volevo solo guardare. Eldorada non si scompose e mi accettò, ci invitò a vederci da lei. Ricordo che tra me e me pensai: Sarà la solita brasiliana belloccia che si è fatta mettere incinta da un bergamascotto arricchito pur di vivere in Italia da mantenuta e forse vorrà ora farsi mettere incinta da Luca per avere il coraggio di lasciare il marito. Lo ammetto: un coacervo di luoghi comuni si agitava ella mia testina. A Luca obiettai che temevo un'incursione del cornuto. Cercò di tranquillizzarmi e lo lasciai fare perché curiosa dell'esperienza. Dissi: Ok! L a settimana successiva eravamo da lei. La chiamerò Eldorada, in quanto aveva una carnagione ambrata. Abitava in una grande villa singola ai margini di Bergamo. OVVIAMENTE. Ci occorsero due ore di mezzi pubblici, troppe per una scopata, ma tant'è. Mi abbigliai con un abitino molto anni '50, stretto in vita da cinturone in tinta, con scollo e maniche all'americana, molto fresco e adatto alla stagione ormai estiva. La gonna era larga, per facilitare le operazioni di sbarco. Sandali bassi alla schiava. Luca si stupì del mio look da VIVA LA MAMMA, così elegantemente anni '50! Ma quando gli spiegai il motivo dello scollo a V, facile da sbottonare, e la gonna larga, comoda da sollevare sopra la testa per essere leccata meglio da entrambi, si fece durizzimo. Mi ero preparata anch'io all'incontro, rasandomi sotto dove occorre leccare, tenendomi riccia davanti, com'è nel mio stile consueto. Avevo indossato all'uopo uno dei miei completini porno: mezze coppe fucsia con pizzo nero sotto il seno, che lasciano liberi di volare i capezzoli, sottolineati da un paio di cordoncini di velluto nero che contornano la mammella. Perizoma a cordoncini neri, con apertura strategica sul mini triangolo fucsia e pizzo nero davanti, giusto trattenuta da un paio di nastrini di raso nero. Durante il viaggio glielo descrissi per tastare la sua voglia. La sua fama non si smentiva. Gli raccontai la mia fantasia: Sogno te che mi pompi mentre lei mi strizza i capezzoli. Sentii l'alabarda partire in orbita. Finalmente arrivammo da lei, che ci aspettava seduta su una panchina di fronte alla villa, fumando rilassata. Da lontano non sembrava nemmeno la tipa vista in foto. E nemmeno da vicino. Era vestita in modo semplice: un paio di leggins mimetici, maglia nera scollata. Capelli raccolti, a dire il vero un tantino resi spinacini dalle estreme stirature. Pur riconoscendo che aveva un fisico gradevole, il seno era più piccolo di come appariva in foto e il viso non era splendido. Le labbra più sottili di quanto avrei voluto. Pazienza, ormai ero lì e volevo giocare. Aveva occhi grandi da cerbiatta! Bellissimi e profondi, sottolineati da un filo di kajal nero. Mani curate e delicate, piedi calzati in scarpe sneakers. Ci fece accomodare in villa extra lusso (e di nuovo sottolineo OVVIAMENTE), dove ci offrì il caffè e parlammo seduti in cucina. Partirono subito le confidenze. Erano stati assieme in un luogo di cura per tanto tempo l'anno prima, tra loro si coglieva la corrente elettrica della reciproca intesa. Erano mesi che non si vedevano, forse 5/6. Luca era tutto occhi per lei! Ero colpita. Poi Eldorada disse: Vado a mettermi qualcosa di più sexy. Luca ed io restammo in salone a guardare un canale di video musicali. Poi ci spostammo in camera da letto, dove ci raggiunse la cerbiatta. Era in guepière, corpo tatuato e morbido, ma tonico. Piccole ciabattine di cuoio, piedini curati e smaltati di rosso. Una affascinante donna! Restai senza fiato. Luca le andò incontro, abbracciandola e baciandola. Io mi sedetti ai piedi del letto, vestita, restando a guardare i due che si scioglievano in abbracci sempre più hot sul letto. Era una coppia davvero sexy! Fino ad allora, volevo restare in disparte ad osservare. Ma quando vidi l'intesa erotica che c'era tra loro, lo ammetto, volli intromettermi, animata da un misto di voglia e gelosia! Eldorada si mise a carponi sul letto verso di me offrendomi il seno, mentre da dietro Luca la sbatteva forte. Mi slacciò l'abito sulle tette, scoprì i capezzoli e iniziò a massaggiarmeli. Ugualmente feci io con lei: mi alzai in piedi, aprii la sua guepière dietro, sciolsi i seni e li mordicchiai! Erano tondi e sodi! A dire il vero un poco sospetti, ma non percepii i contorni delle protesi, nemmeno vidi cicatrici sotto il seno o attorno all'areola. Non guardai nell'incavo delle ascelle, quindi il dubbio mi rimase. I capezzoli erano piccoli con areole ristrette e dure, poco efficaci da succhiare, quindi dovevo trattenerli tra i denti. Guaiva, ma in quel momento non capivo se fosse più per il mio lavoro o per Luca che la spingeva a tutta birra da dietro. Ci baciammo e slinguammo Eldorada ed io, mentre però con gli occhi incrociavo lo sguardo di Luca. Si stava trattenendo ma godeva molto nel vederci così porcelle tra noi. Girava gli occhi al cielo come in estasi, poi tornava a tuffo nei miei, lussurioso. Eldorada sapeva di amaro e di fumo: una cosa che nell'uomo non solo tollero, ma persino mi piace. In lei, invece, non seppi dire. Le sue labbra strette non erano succhiose, lasciai perdere. Però ero consapevole dello spettacolo che stavo offrendo all'Alabarda e quindi ne godevo dentro me. Intanto il mio abitino se n'era andato, scoprendo il completino porno. Luca ne gustava ogni particolare, come affamato e ingordo. Buttò di lato Eldorada e mi invitò sul letto. Si sdraiò al centro e ci volle ai suoi lati. Slinguammo in tre, tre bocche affamate di noi, i nostri tre corpi aderenti. Sentivo la coscia di Eldorada contro la mia, il corpo liscio e glabro di Luca sotto di me. Abbassai la mia mano lungo il petto, gli addominali, fino a scoprire l'alabarda eretta, già sotto le cure di Eldorada. Ci sapeva fare, conosceva bene il suo Luca. Vidi negli occhi di Luca il desiderio e l'amore, sì, l'amore per Eldorada. Capii di essere di troppo e le lasciai spazio, dedicandomi alla bocca di lui. Lei scese di sotto e cominciò a fargli una pompa che lasciava Luca boccheggiante. Eldorada disse: Voglio il tuo cazzo. Luca: Sì. Mentre io limonavo con lui, lei gli montò sopra e in pochi colpi lo sentì pronto a godere. Eldorada in un sospiro disse: Vieni dentro, cucciolo. E Luca venne dentro di lei. Provai rabbia e gelosia, lo ammetto. Dentro di me si agitavano tanti pensieri. Non ultimo quello che ogni donna vorrebbe che il proprio partner la riempia di succo. Inoltre, io non uso altro anticoncezionale che non sia il condom, anche perché temo le malattie. Eldorada aveva ammesso di aver tradito più volte il marito con più uomini e se tutte le volte faceva così, chissà quali malattie poteva essersi già presa. Cominciai a temere per la mia salute. Ma me lo tenni per me, con la riserva di parlarne a Luca una volta lontani da lì, per non rovinare il gioco. I due andarono a pulirsi in bagni separati mentre ragionavo da sola nel letto. Mi preparai alla svolta: sapendo che i suoi tempi di recupero erano brevissimi, ero determinata ora a godermi l'ALABARDA SPAZIALE da sola. Eldorada nuda e gatta prese il mio posto ai piedi del letto, mentre Luca si adagiava al mio fianco. Cercai di dargli tempo, leccandogli l'orecchio destro: so che gli fa piacere. Poi gli baciai le sopracciglia, gli occhi chiusi, le labbra, gli mordicchiai il mento con la fossetta, scesi sul collo, sul petto trovai il capezzolo destro che strinsi tra i denti. Tirai fuori la lingua e la passai sui pettorali, sugli addominali, scendendo fino alla cappella che ricominciava ad ingrossarsi. Era come una calamita per me: non avrei potuto esimermi dal fargli un bocchino invitante e rigenerante. Ma cominciai dal basso: le palle erano lisce e senza peli, rasate apposta per la mia bocca (e per la bocca di Eldorada! Ma fui pronta a scacciare il pensiero), ne presi una delicatamente tra le labbra per poi risucchiarla nel mio antro caldo. Ripetei l'operazione a palle alterne, facendo guaire Luca dal piacere. L'alabarda si inerpicava sempre più. Eldorada mi invidiò: si alzò e venne di fianco a Luca, nel tentativo forse di sottrarmelo. Ma era il mio turno e inscenai un dramma della gelosia. Tentai di scacciarla, tentai di andarmene io, tentai di sculacciare Luca e gli lascia le 5 dita sulla chiappa. Alla fine Luca mi convinse a rimanere ed io manifestai il mio desiderio di essere leccata da Luca mentre Eldorada la volevo alle manovre fragoline. Luca le disse: Vuoi sentirla ridere? Eldorada: Sì! Ci mettemmo di traverso sul letto: Eldorada alle mie spalle che si dava da fare leccando e strizzando i miei capezzoli, Luca dall'altra in ginocchio, mi slacciava il nastrino del perizoma e iniziò a succhiarmi con cura il clito. Risi praticamente subito. Sarei ipocrita se nascondessi il piacere e la goduria provati. Eldorada, preavvisata, era comunque piacevolmente stupita della risata gorgheggiante e ammise che non ne aveva mai sentito parlare. Rimasi esausta sul letto, poi tutti e tre ci rinfrescammo, preparammo la cucina per il pranzo e ci scambiammo reciprocamente le nostre impressioni. Entrambe ammettemmo di aver accettato non per il nostro piacere ma per quello di Luca. Sebbene Eldorada l'avesse già fatto con altra donna, ammise che era un'escort noleggiata apposta in occasione del compleanno di un suo partner. Lungo il viaggio del ritorno, chiesi a Luca come mai Eldorada gli permettesse di venire dentro di lui. Disse: Ha la spirale. E se non fosse così? Ad ogni modo, gli feci notare il discorso malattie e che la donna mai si era tirata indietro dal tradire il marito, cosa che io mai farei e mai ho fatto. Se Luca avesse saputo che un mio caro si ammalò di AIDS, avrebbe capito perché temo così tanto. Ma da quella esperienza in poi, so per certo che voglio essere la REGINA INCONTRASTATA DEGLI UCCELLI. 

giovedì 22 maggio 2014

WOODY ALLEN IN MINIATURA

So di un progetto che si intitola: LERAGAZZE DEL PORNO.
Al contrario di tante altre opportunità di cui non scrivo per non farne pubblicità, di questa invece ne parlo volentieri. Credo che il mondo porno debba avere occhi di donna. E queste ragazze sanno quello che fanno. Essendo stata per diletto ghost writer di uno sceneggiatore che ha fatto 40 anni di storia del cinema italiano, anch'io ambirei a scriverne uno. Così, quando capitò di conoscere un regista di corti che andava al Film Festival di Torino, non me lo lasciai sfuggire. Scoprii di lui che era appassionato di pornografia. Quale miglior connubio? Una scrittrice ed un regista pornografici! Mi invitò nel suo residence tutta spesata e parlammo per ore ed ore. Una bella testina entusiasta, devo ammetterlo, sebbene fosse un tipo alla Woody Allen, ovvero bruttarello secondo i miei standard.
Ma un cervello raffinatissimo e colto in ciò che amo di più: Cinema E Sesso. Un esteta della figa, un cultore del lusso della parola, un filologo del sesso. Un maestro delle luci e della mise en scène. Avendo visto foto mie del viso e dei piedini, ad uno dei quali porto uno schiavo d'oro, sviluppò il desiderio di incarnare con me una delle sue fantasie più ricorrenti: il Cuckold, ovvero il partner cornuto. Mi chiese se sapessi il significato della cavigliera d'oro. Dissi: Sì, non è un caso che sia chiamata anche SCHIAVO. Sin dall'antichità è simbolo di legame, risale cioè a quando gli uomini primitivi rapivano le donne dai clan vicini per tenerle legate in capanna con una corda alla caviglia, polso, collo... Da qui l'origine di certi gioielli. Disse: Sì, anche! Ma io dicevo nel porno, esiste la categoria SWEETY & CUCKOLD, ovvero il marito tradito davanti ai suoi occhi dalla moglie, libera, il cui simbolo è proprio la cavigliera d'oro al piede destro, come fai tu. Annotai anche questo. C'è sempre da imparare! Ho cercato su YouPorn la categoria della SWEETY ma non ho trovato. Quella del CUCKOLD invece appare ricchissima, ma niente cavigliere. Ad ogni modo, gli dissi che essere cornuti non è poi così bello! Lo fui anch'io e non gradii. Si scusò. Lasciai correre e proseguimmo nella reciproca conoscenza. Un gioco dialettico e vivace, stuzzicante, piccante. Mi piaceva! E piaceva anche a lui. Mi raccontò di non essere alla prima esperienza in fatto di Festival e di essere stato selezionato in precedenza dal Marché des films di Cannes, dove trascorse alcuni giorni in compagnia di una Gilf (Gilf? Conosco le Milf... Il mio Woody Allen in miniatura disse: Una Milf di almeno sessantanni. Mi annoto mentalmente anche questo, con riserva di compiere ricerche più avanti sull'origine dell'acronimo, nuovo per me. Conoscevo la Granny, forse è un mix delle due cose. Ci azzeccai!). Disse che la signora aveva una cavigliera alla destra, che era bella anche se appassita, ricca e generosa, che a Cannes l'aveva adottato, portandolo con sé nei locali più VIP. Mi disse che lo fece bere tantissimo, cosa a cui anch'io noto essere abituato, che se l'era portato in hotel, e che poi, una volta nella camera da letto, era svenuta in coma etilico. Il mio Woody Allen ammise che la Gilf gli aveva fatto pena. Povere donne sole! Temo di diventare anch'io così e glielo dico. Disse: Naaaaa, tu sei giovane e bella! E anche da vecchia, conserverai sempre la tua classe e freschezza. Sollevai gli occhi al cielo e con le braccia imitai un violinista. Ridemmo della sviolinata! A pranzo mi portò sulla riva del Po in un ristorantino chic, dove continuammo senza sosta a nutrirci di noi e delle nostre facezie, poi bighellonammo sui sanpietrini della città, ammirando i palazzi storici di Torino, alludendo al Sacro Graal. D'improvviso lo guardai negli occhi e gli dissi: Voglio fare l'amore con te. Se ne compiacque. Allungò una mano al mio orecchio e come un prestigiditatore, ne estrasse un preservativo. Ridemmo come scemi della sua magia. La sera, ci nascondemmo nel residence e ci sdraiammo nel letto. Ma i nostri cervelli non avevano intenzione di stare muti! Sebbene già nudi, volevamo continuare a parlare. Allungai le dita e gli sfiorai un braccio, per vedere che intenzioni avesse. Non lo ritrasse, anzi, rispose con carezzine veloci. Mi girai, offrendogli le spalle e avvicinando il mio corpicione al suo. Sentii il suo calore. Woody Allen in miniatura cominciò ad accarezzarmi la curva tra spalla e sedere, con delicatezza e sornione. Era gattone. E parlava parlava parlava... Credo di aver dimenticato tutto il contenuto dei suoi discorsi, da quel momento in poi. Volli godere del tocco, silente. Woody scese tra le natiche per scoprirne la divisione. L'accarezzò con cura, per scendere ancora più giù, dov'è l'origine del mondo, ma senza invadere. Furono carezze indimenticabili e gliene sono grata tutt'oggi. Allungai dietro di me la mano, esplorando ciò che è il cuore dell'uomo. Lo trovai caldissimo, coperto dalla sua mano libera. La scostai, lo scoprii, lo accarezzai. Era tenero e mollo. Forse perché, in vista del Festival, Woody era tesissimo e stanco. Provai con la mia speciale rianimazione boccaAbocca, o meglio, boccaAcazzo, ma non ottenni risultati. Lo stress della presentazione aveva avuto la meglio su di lui. Dormimmo. Uscimmo per cena tardissimo. Andammo a ballare ai Murazzi. La serata si concluse con la promessa di rimanere in contatto per future realizzazioni. In maggio 2014 giorni è a Cannes per un giro di presentazioni. Nel frattempo, con questo blog, oggi io ho tanto materiale pronto. Chissà?

martedì 20 maggio 2014

A GABBIA APERTA L'UCCELLINO VOLA

Ambrogio Tonetti, l'ingabbiato. Ebbene sì, l'ho incontrato dal vivo. 

Un ragazzo carino, gentile, a modo, che tutte le mamme vorrebbero come figlio. Biondo, occhi azzurri, a dire il vero piccoli, capelli molto mossi, a ricci quasi, tenuti rasati sulla nuca ma ribelli sul viso, lineamenti delicatissimi, poco più alto di me, corporatura atletica da calciatore, look casuale e raffinato. In un momento di rabbia, aveva gettato via la gabbietta in plexiglass. Ma se ne pentì. Così, comprammo assieme la nuova gabbia, questa volta di metallo, decisamente di gusto più Fendom. Mi piacque l'oggettino che mi mandò in foto: prevede una sorta di cilindro costituito da più anelli sovrapposti, in spesso filo d'acciaio cromato, con una cupolina che attornia la cappella, un cock ring stretto da posizionare alla base delle palle, un lucchetto la cui chiave deve restare in possesso della Padrona. Da Dea qual sono, gli ordinai di ingabbiarsi l'uccello per otto giorni senza mai rompere la castità. Ci mettemmo d'accordo di vederci al termine della piacevole torturina. Gli impedii anche di contattarmi via Skype ...
(continua...)

BELLO E IMPOSSIBILE


Nel vagare con la mente ai ricordi, risalgo ad un ragazzo bellissimo e palestrato, tanto bello da lavorare nei locali come ballerino spogliarellista (il che mi induce a fare una riflessione: donne belle ballerine = troie, uomini belli ballerini = figherrimi; ovvero, da parte della collettività, l'approvazione per l'uomo cacciatore e la disapprovazione per la donna cacciatrice). Risale ai tempi in cui su Badoo avevo scritto nel mio profilo la seguente richiesta in fatto di uomini: Voglio un uomo single, ...

domenica 18 maggio 2014

UN CERVELLO BEN CONNESSO ALL'UCCELLO

Ora che son tornata a vivere nella provincia bergamasca, la mente torna ad antichi ricordi. Anni fa, dopo la relazione duratura con il GEOMETRA ROSSO, proprio in questa cittadina sperduta nella bassa, ebbi una serie di avventurette che mi traghettarono da lui al papà di Sonia.



Tra queste, non dimenticherò mai Luca Valente, di un paio d'anni più giovane di me, impiegato nel grande magazzino della zona come Merchandiser, con una formazione da cuoco e sommelier che gli fruttava bene sul lavoro, specie nella funzione di Buyer. Lo conobbi grazie a Nadiuska, grande amica mia cui feci da testimone di nozze. Conoscitrice di tutte le occasioni spenderecce, sapendo del mio status di singletudine sine grana (leggi: a bolletta), Nadiuska me lo presentò nelle due versioni: single e in qualità di approvvigionatore risparmioso. Luca era alto QB, snello e scattante, moderatamente tatuato, sul genere biondino delicato, occhio azzurro, abbastanza carino, con dentatura imperfetta. Ma si sa, la bellezza sta negli occhi di chi guarda e non risiede nella perfezione. Era loquacissimo e dalla sensibilità inusitata per un uomo, mi conquistò con uno scritto che vi riporto qui. Mi giurò che erano parole sue e volli credergli. Feci bene.
(continua...)