domenica 27 settembre 2015

SIGNORE E PIRATA

Due giorni fa, su Facebook mi arriva la richiesta di amicizia da parte di uno sconosciuto, un ragazzo dal nome Romualdo De Cagnis che sulle prime giudico abbastanza carino, troppo giovane per i miei gusti. Come di consueto, difficile che la conceda a sconosciuti, tranne nel caso in cui mi sappiano motivare la loro richiesta. Così, di norma chatto con loro per qualche battuta. Questo ragazzo mi dice di essere del centro Italia, di essere stato un attivista politico, di avere notato la mia pagina predisposta qualche anno prima per le mie attività politiche, quando accettai la candidatura al Consiglio Comunale di Milano. Dice anche di volermi incontrare dal vivo così mi spiega il vero motivo. Plausibile. Gliela concedo. Ritengo lì per lì che tale motivazione sia compresa tra il sociale ed il politico; quindi accetto di scambiare il numero di telefono. Ieri mi dice che ha l'occasione di partire subito per Milano, insistendo molto di volermi incontrare. Siccome mi piacciono i giovani baldanzosi, volenterosi, intraprendenti, gli dico: OK, domani per pranzo. Cioè oggi.

Agendizziamo un ristorantino sotto la Pinacoteca di Brera, dove il pranzo costa a Romualdo come un Leonardo, mi ascolta nella descrizione della mia breve avventura nelle Amministrative, mi racconta dei suoi avvicendamenti politici, di essere appartenuto ad un partito, di averlo lasciato perché deluso dalla ipocrisia dei suoi attivisti, con una proprietà di linguaggio così accurata che non mi sfugge e che apprezzo. Ma non sono venuto per parlare di questo, confessa Romualdo. Fin dall'inizio, il mio proposito è di conoscere proprio te. Biblicamente parlando. E' poco più alto di me, elegante ma semplice, porta i capelli neri raccolti in un codino basso.

Biblicamente parlando. Mai proposta di sesso fu più elegante.
(continua...)

venerdì 11 settembre 2015

LE MIE BUCO...LICHE

In borsa ho sempre dei condom King Size ben lubrificati lattice free, perché agli uomini piace sentirsi dire che ce l'hanno grosso e a me piace calzarli con la bocca. Due giorni fa, mi reco negli Abruzzi allo scopo di visionare la documentazione immobiliare di un cliente. Per meditare da sola sul caso, mi prendo la pausa pranzo sotto un uliveto e lì, lo ammetto, forse la dolce calura di settembre, forse i profumi della terra, o la stanchezza del viaggio o della trombata della notte precedente, fatto sta che mi addormento. In cuor mio, ho sempre nutrito la fantasia segreta di una dolce violenza bucolica da parte di uno sconosciuto che mi prendesse nel sonno. Finalmente il desiderio si avvera.

Sono lì che dormo tranquilla, in posizione supina, rilassata, a quattro di bastoni ...
(continua)