Chiamerò IL BARATTOLO uno studente di
ingegneria siriano sui 27 anni che conobbi grazie (o no?) a Badoo. Aveva un
cumulo di capelli crespi sulla sommità del capo, che teneva rasati
ai lati della testa e saliva precipitosamente scolpito verso l'alto, come un
barattolo, appunto. Era di viso belloccio, dai tratti tipicamente
mediorientali, di confessione ortodossa, gentile ed educato.
Sottolineo che professava la religione cristiana, perché io, pur
essendo non solo non razzista, ma persino accogliente verso tutte le etnie,
non potrei mai sopportare le mani addosso da parte di un uomo che
vorrebbe imprigionare la propria partner sotto ad un velo. Ho fatto
una ricerca iconografica su Google inserendo la parola SIRIANI, per
reperire quella di un giovane a lui somigliante. Mi sono uscite
immagini di massacri, di esecuzioni sommarie, di bimbi straziati.
Ebbene, seppur è vero che quando lo conobbi, la guerra civile non
aveva ancora conosciuto i livelli odierni, lui negava che vi fosse.
Eppure era già sui quotidiani! Come tanti ingegneri, il BARATTOLO
viveva in un mondo tutto suo.
Nonostante tutti questi difetti, ero
curiosa di affondare mani e faccia in quel barattolo, perciò
accettai di incontrarlo. Studiava a Milano con grande profitto, a tal
punto da aver vinto una borsa di studio e questo fu un'altra sua
caratteristica che mi conquistò. Viveva nell'ostello universitario e
là mi invitò ad andare. Mi inviò un taxi che mi portò da lui e
poi mi riportò a casa. Almeno in questo fu signore, perché nel
resto...
(continua...)
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