martedì 29 aprile 2014

PIPPATORE NON DI PIPPE

Oggi parlerò di un ragazzo che in discoteca mi intrigò tantissimo. Frequentavo il Gioia69, un nome un programma, assieme alla mia amica Petra, una donna di oltre 55 anni, non dico l'età precisa per rispetto, anche se non se ne vergogna. Bionda, appariscente, occhi chiari, look giovanile, bella e sempre sorridente, una che ha successo con gli uomini perché non la da. Lei sì che ha capito il segreto della bacchetta magica! E' sempre piena di accompagnatori, la portano in giro per locali, trova ogni sera qualcuno disposto ad usare l'auto per lei. Mica come me, sempre sola. E' il prezzo che pago per essere libera. Ad ogni modo, quella sera aveva come partner un pezzo di uomo sotto la trentina, Andrea, alto più di 180 cm, occhio ceruleo, scuro di capelli e carnagione, labbra dolci sulle quali morire, ballerino, sorridente. Venni subito conquistata. Chiesi a Petra di presentarmelo, 
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domenica 27 aprile 2014

SOGNO L'ONDA PERFETTA

Avrò guardato un milione di volte due film cult sul surf. UN MERCOLEDI DA LEONI, grazie al quale amai la scapigliatura del mondo surfista, e POINT BREAK, dove mi innamorai di Keanu e del suo pollo senza pelle. Chiunque si intenda di surf, sa cosa significhi la locuzione “onda perfetta”. Nel mio caso di ondagioconda anni addietro nutrivo la fantasia che avrei raggiunto la perfezione solo tramite un surfista. Ne trovai due, uno con cui sono tuttora amica, Cristiano, sebbene la parola amica in questo caso sia un eufemismo, perché ci si sente solo quando ha dei problemi lui, non io, ma questa è un'altra storia. Ultimamente mi ha confidato di aver scopato con una ragazza senza protezione. Ora è preoccupatissimo perché ha capogiri, nausee e teme di aver contratto l'HIV. In attesa di esami, spero per lui negativi, gli ricordai: Tu ed io abbiamo sempre scopato protetti.
Poi ne conobbi un altro, di cui manco ricordo il nome.
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IL PICCOLO RIMESCOLATORE

Conobbi via Badoo un sociologo, Davide Fondo, che abbinava alla sua attività lavorativa in un'Azienda, diurna, a quella serale di Personal Trainer. Ci siamo scambiati l'amicizia su Facebook dove abbiamo messaggiato parecchio prima di fissare una punta. Anche su Skype ci siamo visti. Gli dissi che era ABBASTANZA carino. Se la legò al dito. Su Badoo era uno dei pochi a non aver messo nell'album pvt le
foto del suo cazzo. La cosa mi impressionò favorevolmente. Parecchio alto, oltre i 185, fisicato, tipologia caucasica nordica, pur non essendo biondo, ne aveva la pelle bianca che si arrossava sulle gote. Barbetta incolta. Capelli incolti. Tra gli album invece di Facebook notai che tornava spesso una ragazza carina. Gli chiesi se fosse la sua donna. Disse di no, ma ammise di provare molta simpatia e una certa attrazione per lei. Vive, come lui stesso disse, in culo ai lupi. Quasi un'ora e mezza di viaggio da Milano, sulle prealpi lecchesi. Come tutti gli uomini giovani, faticava a dire di no al Manager diurno, che gli chiedeva anche 11 o 12 ore di lavoro. Poi aveva la palestra la sera. Era difficile combinare. Una volta ci riuscimmo ma diede buca.
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venerdì 18 aprile 2014

IL CALAFRICANO DI FUOCO

Come ho già avuto occasione di dichiarare, sono terrona nel cuore. Adoro tutto ciò che è Terronia. La terra, i paesaggi, il mare, la famiglia, la pennica, l'accoglienza, la cucina piccante, il calore, la passione, l'omo scuro. Amo il masculo terrone. Così, quando su Badoo mi capitò un uomo di siffatta natura, non me lo lasciai sfuggire. Scoprii che era pure ricco. Aveva una bella auto, un SUV nuovo di pacca. Quando passò a prendermi esclamai: Ooooh, finalmente c'è gusto ad uscire in auto! Non che sia veniale, ma il piacere passa anche attraverso un'automobile di lusso. Si era arricchito grazie a se stesso, alle sue capacità imprenditoriali. 
In pochi minuti mi fece il quadro della situazione. Neolaureato nella Università di Napoli, aveva da poco avviato un'agenzia di promozioni a Parma. Gli fruttava bene e sapeva anche far valere il suo denaro con investimenti mirati. Questo giovine ventinovenne, che chiamerò Andrea Della Croce, poco più alto di me, misuratamente corpulento, scuro di capellicarnagionelabbra ma soprattutto d'occhi come braci, aveva la particolarità di portare sempre il papillon.
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giovedì 17 aprile 2014

MIODURO ALL'AZIONE

Premessa: nel mio profilo di Facebook dichiaro che il mio orientamento religioso è ADORATRICE DEL PENE, antica religione pagana. Ebbi tempo fa un trombamico che amavo chiamare PRIAPO, date le dimensioni dell'oggetto della mia adorazione.
Un giorno mi raccontò la battutona relativa al comportamento di un suo prof che insegnava Politiche Aziendali, passata alla storia. Infatti, questo esimio barone costringeva le studentesse a rapporti sessuali con lui, perché avessero iniezioni di fiducia atte ad ottenere voti alti. Priapo chiamava questi rapporti INIEZIONI DI MIODURO. Buffa definizione! Priapo non era tanto bellino, ma di una simpatia straripante. Aveva studiato per diventare designer di calzature. Ventottenne veneto, in quanto tale non disdegnava bevute gorgheggianti e immense di bollicine bianche: quelle del Prosecco di Valdobbiadene erano le sue preferite. Ci eravamo scambiati i numeri quando era in cerca di un appartamento dove dormire a Milano. Lo tenni in nota, perché, disse, ci avrebbe pensato su e mi avrebbe fatto sapere. Lo ricontattai una settimana dopo. Non aveva più bisogno della stanza, ma mi confessò...
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martedì 15 aprile 2014

UN COINQUILINO DI COMODO

Anni fa stavo in condivisione a Milano. Mia mamma ed io cercavamo coinquilini, ognuna per il proprio appartamento. Ho poche regole nel sesso. Due di queste sono: mai con coinquilini e mai con impegnati. Quando trovai un potenziale coinquilino, venticinquenne, bello e motociclista, invece che offrirgli casa mia, lo inviai a mia madre, in attesa di sviluppi futuri. Ci vidi lungo. Infatti, Marco Randelli, marchigiano, molto alto, fisicato, glabro, ma dalla pelle morbidissima, progettista di reti informatiche, non tardò a farsi avanti. A mia mamma non piaceva (diceva: Uff... Quelle labbra strane), eppure erano l'elemento più particolare del suo fascino. Ci parlammo dal vivo un giorno a casa di mamma, quando lei non c'era. Ci baciammo a lungo, prologo degli incontri futuri. Gliele succhiai con avidità, cosa che a Marco piacque. Lo sentii dalla protuberanza dei jeans: non era il telefonino, ma era proprio duro così. Disse di essere mooolto attratto dalle Milf come me. Come non capirlo! Una sera lo invitai da me per una birra. Casa mia quella sera era libera da altri coinquilini, quindi la situazione era da CAMPO LIBERO. Marco non è stupido: colse l'occasione al volo. Bevemmo la nostra birretta belga ben ghiacciata, a lunghe sorsate. Giocavo con la lingua nella schiumetta e lo guardavo di sotto in su. Marco ebbe un'erezione subitanea. Trapelava persino dal suo respiro, fattosi affannoso. Nello stile dominante che imparai essere sua caratteristica a letto, appoggiò il bicchiere della birretta sul tavolo e, guardandomi negli occhi, allungò la mano per accarezzarmi il seno destro attraverso il maglioncino. Io continuai a bere, percorsa da brividi di libidine, lasciandolo giocare. Poi gli guidai la mano su quello sinistro, più sensibile ai giochini. Gli suggerii di stringere forte. Lui eseguì, lussurioso, tirando il capezzolo fino a farmi male. Era un male di piacere. Estrasse il seno dal reggipetto e continuò a lavorare la fragolina con dovizia. Intanto le nostre bocche si avvicinavano sempre più, ingorde dei nostri sapori amari di birra. Gli appoggiai le braccia al collo e lo tirai verso me. Marco mise entrambe le mani sulle tette, ormai fuori dal reggiseno di pizzo, e si impegnò a fondo con entrambe le fragoline, mentre la lingua giocava esperta con la mia. Stavamo ancora seduti sulle sedie rosse del tavolo da cucina. Marco si alzò, senza staccarsi da me, dalle mie labbra succhiose, dai capezzoli che stringeva tra le dita, obbligò ad alzarmi a mia volta e mi fece sedere sul tavolo. Allargai le gambe e lo accolsi tra loro, allacciandole dietro alle sue collinette sode. Mi vanto di aver sempre avuto ottimi adduttori: in quella occasione si rivelarono efficaci. Lo strinsi forte tra le gambe, lui così tonico, era duro in tutto il corpo. Mi premette l'erezione sulla sorellina spalancata. Eravamo ancora vestiti! Mi sfilò dalla testa il maglioncino di cachemire che avevo indossato per l'occasione, slacciò il reggiseno con perizia, mi succhiò il seno destro, poi, memore della mia guida, il sinistro. Gli tenevo la testa premuta sul mio petto. Volevo allattarlo. Ma non si lasciava guidare. Era un domino. All'epoca gradivo essere dominata, infatti vedevo PALLINA VIOLENTA. Tuttavia, dopo l'esperienza con LEONE DOLCE, ho capito che non solo vale la pena invertire i ruoli, ma anche lasciar predominare il mio lato romantico e materno. Però in quel periodo, rifiutavo il ruolo di mamma nei confronti di un partner sessuale. Pertanto, volevo lasciare fare a Marco, che si rivelò grande amatore di donne. Ringraziai quelle che mi avevano preceduto, aveva un fisico allenato, una vera e propria macchina del sesso. In fatto di donne, disse di essere un marinaio: una donna per ogni porto. Le ama troppo per fermarsi in un porto solo. La sua ambizione massima era di fare l'escort. Mi disse: Tu mi procacci le tue amiche, io le scopo e facciamo a metà. Seee come no! La sola amica che ho, con cui sono davvero in confidenza, non è così porcella da pagarsi un escort. E anche lo fosse, se la conosco bene, non pagherebbe mai un uomo. Ad ogni modo, lo spogliai a mia volta, volendo sentire il suo busto a contatto del mio, pelle contro pelle. Le spalle larghe erano sostenute da un bel torace ampio, ma rimasi sorpresa per come era vellutata la sua pelle. Nemmeno un pelo, non un neo, non una ruga, non un'increspatura. Era liscia e delicata. La schiena sotto le mie mani scivolava, i nostri petti morbidi non avevano attrito. Le poppe delicate mie si stampavano sui suoi pettorali vellutati. Bello quel contatto pelle su pelle... Lo ricordo come uno dei migliori in vita mia. Mi chiesi se fosse dovuto alla sua dieta, che mamma mi raccontava a base di grandi pastasciutte. Mi mise le mani sotto le cosce e, sollevandomi di peso, mi portò sul lettone in camera mia. Allacciata come edera, impedii al mio corpo di scivolare giù, grazie agli adduttori. Mi depose sul letto e cominciò a slacciarsi i jeans senza togliere lo sguardo dal mio corpo offerto. Poi toccò a me: ...
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giovedì 10 aprile 2014

MEGLIO CAZZO A MAZZO CHE MAZZI DI FIORI

O forse dovrei chiamarlo più propriamente odontotecnico! E' un calabrese emigrato da piccolo con la famiglia in quel di Genova, amico del GENOVESE. Fu quest'ultimo a presentarmi uno dei Cavalli Marci, che chiamerò Nicola Tarantino, poco più alto di me, di stazza muscolare, dal viso e carnagione Maori, 


occhi verdi con cerchi concentrici ipnotizzanti. Mi ipnotizzò al primo sguardo e fui sua, subito di testa. Aveva un approccio erotico alla vita. Era in crisi postprematrimoniale, - è un pasticcio di aggettivo, ne sono consapevole! Ma non so definirla in modo più appropriato, perché il Maori era appena stato mollato dalla storica fidanzata sui gradini dell'altare! Per dimenticare l'increscioso episodio, si fece convincere dagli amici a partire assieme a loro alla volta di una vacanza di quaranta giorni nella Repubblica Dominicana, tipica meta da single MdF. Nonostante mancasse solo una decina di giorni al volo, Nicola si infiammò per me. 
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