lunedì 28 luglio 2014

IL BARATTOLO DI PELLICCIA

Chiamerò IL BARATTOLO uno studente di ingegneria siriano sui 27 anni che conobbi grazie (o no?) a Badoo. Aveva un cumulo di capelli crespi sulla sommità del capo, che teneva rasati ai lati della testa e saliva precipitosamente scolpito verso l'alto, come un barattolo, appunto. Era di viso belloccio, dai tratti tipicamente mediorientali, di confessione ortodossa, gentile ed educato. Sottolineo che professava la religione cristiana, perché io, pur essendo non solo non razzista, ma persino accogliente verso tutte le etnie, non potrei mai sopportare le mani addosso da parte di un uomo che vorrebbe imprigionare la propria partner sotto ad un velo. Ho fatto una ricerca iconografica su Google inserendo la parola SIRIANI, per reperire quella di un giovane a lui somigliante. Mi sono uscite immagini di massacri, di esecuzioni sommarie, di bimbi straziati. Ebbene, seppur è vero che quando lo conobbi, la guerra civile non aveva ancora conosciuto i livelli odierni, lui negava che vi fosse. Eppure era già sui quotidiani! Come tanti ingegneri, il BARATTOLO viveva in un mondo tutto suo. 
Nonostante tutti questi difetti, ero curiosa di affondare mani e faccia in quel barattolo, perciò accettai di incontrarlo. Studiava a Milano con grande profitto, a tal punto da aver vinto una borsa di studio e questo fu un'altra sua caratteristica che mi conquistò. Viveva nell'ostello universitario e là mi invitò ad andare. Mi inviò un taxi che mi portò da lui e poi mi riportò a casa. Almeno in questo fu signore, perché nel resto...
(continua...)

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