venerdì 6 dicembre 2013

L'INADEGUATO

Mi è capitato una volta sola di innamorarmi di un baduista. Anzi, due. La prima fu di un cuoco. La seconda di un sociologo.
Oggi vorrei parlarvi del cuoco, che chiamerò INADEGUATO (I). Si trattava di un bell'uomo sui 42 anni, amante dei viaggi, della birra scura Guinness, della buona cucina. Di origini sicule, era scuro di carnagione e capelli, la barbetta incolta come piace a me, gli occhi chiari. Poco più alto di me. Accorto e gentile. Una voce suadente, un uccello di ragguardevoli dimensioni. Con la masturbazione manuale, grazie a lui scoprii di saper squirtare. Aveva un tecnica eccellente. Inseriva le sue dita nella mia sorellina, arcuandole leggermente verso l'alto, mentre con l'altra mano sopra il mio ventre spingeva in basso, ascoltando il tocco delle dita interne. Convergeva così nel mio punto G. E mi faceva sprigionare tutta la mia anima goduriosa.
Godevo tanto... diverse volte. Schizzavo direttamente sulla sua mano, che lui poi succhiava. Guardandomi negli occhi, quegli occhi suoi si riempivano di dolce libidine. Grande esperto nelle arti erotiche.
Mi piaceva il suo approccio alla vita. Non essendo mai stato sposato, fino ad allora non aveva potuto avere figli. Forse li desiderava: infatti compensava dedicandosi con passione ed uguale intensità ai nostri amici a 4 zampe. 

Nel poco tempo libero che gli restava era guardia zoologica a tutela dei pelosi. Lo stimavo molto. Col tempo, lo amai. Ma... eh sì, c'era un ma. Non mi aveva mai dato il suo indirizzo di casa e nemmeno quello del ristorante dove prestava servizio. Pur sapendo del mio impegno sociale contro lo stalking, pur sapendo che era in uscita il mio libro/manuale su questo argomento, non riusciva a fidarsi di me. Ci incontravamo sempre da me, mai da lui. Una volta provai a farmi invitare da lui, ma mi disse che i suoi erano improvvisamente saliti dalla Sicilia per dei controlli sanitari e di conseguenza non avrebbe potuto ospitarmi. Poi, dato che la situazione si protraeva nel tempo, capii che era una scusa e lo misi con le spalle al muro. Pur sostenendo che aveva i suoi in casa, ammise che aveva subito negli anni, precedenti al nostro incontro, una serie di persecuzioni perpetrate da una ex inviperita. Quindi, facendo di tutte le erbe un fascio, diceva di non fidarsi di me.
Sulle prime, capii e accettai. So infatti che sono ferite profonde. Si rimarginano solo facendosi seguire da appositi specialisti.
Provai a parlargli del servizio terapeutico del CIPM (un centro apposito del Comune di Milano, a cui si accede gratis, essendo vittime di stalking), con la dovuta cautela e quell'accortezza che simili traumi impongono. Ci andai in cura io stessa e vi indirizzai parecchie persone stalkizzate. Eppure il cuoco si inalberava. Diceva con forza, persino con stizza, di non averne bisogno. Allora accolsi la sua istanza e lasciai perdere. Attesi che si attestasse sulla tranquillità, dichiarando la mia tenerezza per lui e, perché no, anche un amore nascente... Purtroppo mi derise. Lo lascia perdere definitivamente, battezzandolo nel mio cuore come INADEGUATO.


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