Non dormo. Penso alla dolcezza e
l'amarezza assieme. Il senegalese le incarnò entrambe. Una storia
che ho avuto anni fa con un bel cioccolatino fondente. Se avete
presente il cantante R&B Craig David, vedetelo più bello: è
lui, Otello. Si chiama così perché, a dispetto della maggioranza di
quella nazione, è cattolico. Lo incontrai una mattina in piazza
Duomo, ero con Sonia, la mia Peste di nome e Bubbonica di cognome. Fu
subito attratto da lei: era paziente ed affettuoso. Quindi, detto
fatto, chi ama mia figlia, conquista subito me. Andammo a piedi nella
mia caffetteria preferita, la California Backery di via Larga, e
sorbimmo un te. Otello lo prese senza zucchero, come me. Gli chiesi:
Perché? Rispose: 'Cause I'm so sweet. You will know. Lo guardavo con
interesse: è davvero bello come molti senegalesi. Capelli con una
leggera crestina garbata che gli fasciava il cranio dalla fronte alla
nuca. Uno sguardo morbido e nero. Il naso largo ma raccolto. E le
labbra tonde e rigonfie... Sognai subito di morderle e baciarle. Mi
parlò di matrimonio, volle sapere se, nonostante i due precedenti
fallimenti, credessi ancora in quei valori, perché lui sì,
fermamente. Mi illusi che volesse una moglie. Ma feci subito la tara:
e se l'avesse voluta per sistemarsi definitivamente in Italia? Voi
che leggete il mio blog, sapete che in fondo sono una romanticona:
misi da parte ogni sospetto e mi lasciai andare. Salimmo da me. Sonia
fece un pisolino in camera. Noi in salone a chiacchierare. Mi disse
proprio nel bel mezzo di una cosa qualsiasi: I've an erection. E
prese la mia gamba e l'appoggiò sulla sua. Così, all'improvviso.
Quello che il mio polpaccio avvertì fu un bastone. Duro come. Grosso
come. Lungo come. Mi guardava abbandonato. Con desiderio incolmabile.
Lo baciai. Il suo bacio di risposta era di miele. Rimandammo il
piacere ad una volta i cui non ci sarebbe stata mia figlia. Tornò
dopo pochi giorni direttamente da me. Si era appena rotta la
lavastoviglie, perciò stavo lavando i piatti a mano, coi classici guanti di gomma. Mi scusai con lui e
Otello rimase a guardare, paziente. Poi con gesto lento e misurato,
mi prese dalle mani la spugnetta e lavò lui i piatti, Look at me: you
must in this way. Ed eseguì il compito con energia, velocità e
precisione. Infine la sua frase fatale: I've an erection. Lo tastai
coi guanti gialli ancora indossati: era vero! Quell'uomo mi avrebbe
fatta impazzire. Lo avvisai della mia particolarità: ad ogni
orgasmo, una risata di gola. Rimase sorpreso: mi prese in braccio
così com'ero, coi guanti e tutto, mi sbattè sul letto, mi spogliò,
si fece spogliare. Il suo corpo scolpito e magro mi apparse in tutta
la sua muscolatura. Aveva peluria sul petto largo, raccolta in
ricciolini minuti. Mi piacque. Si lasciò accarezzare dai miei guanti
gialli, che aveva lasciato, pur da nuda. Scesi lungo l'addome e qui
inciampai in quella magica erection. Finalmente la vidi coi miei
occhi! Era curva verso l'addome, da tanto che tirava. Gli arrivava
fino all'ombelico. La valutai a colpo d'occhio lunga su 30. Di
calibro 7. Caddi in deliquio. L'afferrai coi miei guanti gialli
antisdrucciolo e iniziai un massaggio morbido. Otello venne subito
sui miei seni. Me li massaggiò, così com'erano inondati della sua
sborra, insistendo sui capezzoli. Venni subito anch'io. Ho un orgasmo
tutte le volte che il mio partner castiga quei dispettosi. Otello era
di nuovo duro. Mi tolsi i guanti gialli. Lo ribaltai sulla schiena,
gli misi il condom che lui stesso aveva portato (impossibile averne
della sua misura) e lo cavalcai. La sua lancia mi penetrava fino alla
gola. Non serviva che puntassi i piedi sul materasso! Già solo in
ginocchio sentivo tutto quello che c'era da sentire. Otello era
dolcissimo: lasciava fare a me. Lo sguardo perso nei miei occhi, la
bocca carnosa e socchiusa, lasciava intravvedere quella fragola della
sua lingua spiccare in mezzo al cioccolato. Mi chinai per
succhiargliela: in quel movimento mi partì l'orgasmo. Urlai di
piacere e risi risi risi risi risi risi risi risi risi. Otello rise
anch'egli. Era contento delle mie urla e del mio ridere. Venne
ancora. Poi ci adagiammo sul letto, nella fase riposo e coccole. Mi
sussurrò: You're the white woman that every man of Senegal will
want. Oh... Your big back! E mi accarezzò il culo grosso. I want it!
Oh, my sweety, give me your back, please! E mi fece rotolare
sull'addome, prendendomi i fianchi e rialzandomeli verso l'alto,
mettendomi sotto dei cuscini. Calzò un altro preservativo, sputò
sul mio buchino, già umido, lo massaggiò con dovizia grazie alle
sue dita lunghe e nere, infine, quando fui pronta, mi appoggiò il
suo bastone e tentò di spingere, ma piano. Sapeva di averlo grosso e
che mi avrebbe sfondata, se non avesse provveduto a farlo con quella
dolcezza che gli era caratteristica. Gli dissi: My Black Sugar, give
me your dick! Otello spinse tutto fino in fondo. Urlai, ma per il
dolore! Otello, poveretto, si ritrasse. Disse: Oh sweety …
Sembrava piangesse. Gli presi i fianchi e lo spinsi dentro. Ti
voglio, my Black Sugar! Mi tappai la bocca con un cuscino e offrii
meglio il mio culetto. Volevo che mi sfondasse. Allora Otello,
rincuorato, iniziò a pomparmi sul serio. Urlai nel cuscino come una
ossessa, ma lo lasciai fare. Era bello! Quella sua erezione ricurva,
poi, stimolava il mio utero retroverso come mai mi era capitato
prima. Ebbi un orgasmo dietro l'altro, dietro l'altro, dietro
l'altro, dietro l'altro, dietro l'altro, dietro l'altro... Otello era
felice: venne dentro di me. Ero esausta e anche lui. Rotolammo sul
fianco e cademmo addormentati. Proseguimmo così per quasi due mesi.
Sognammo il nostro futuro assieme. Otello cercava lavoro e io gli
procurai un appuntamento con una Società. Ma due giorni prima mi
disse: I can't go to the meeting, 'cause I'll depart tomorrow to
Germany. Rimasi basita. Eppure ci eravamo ripromessi di dirci tutto.
Sapeva da tempo della Germania, ma in quei due mesi non me l'aveva
ancora detto. Mi inquietai parecchio e glielo feci rimarcare. Ero
delusa e amareggiata. Ma dato che partiva per quella destinazione
allo scopo di cercare lavoro, in fondo non tenni il broncio. Non lo
avrei però perdonato, perché non solo avevo perso tempo per lui, ma
anche perché non me l'aveva detto. Ci sentimmo qualche volta via
Indoona, che avevo installato apposta per lui: lo pregavo di tornare
presto. Tornò dopo un mese: non aveva concluso niente. In quel mese
di assenza, gli rimasi fedele. Ma ormai ero fredda e, sebbene avesse
avuto un'altra occasione per farmi sentire la sua erection, lo
allontanai definitivamente. Porca sì, ma scema no.
Sai, fossi donna credo vorrei essere come te :-)
RispondiEliminaStai diventando il mio idolo assoluto. Questo perché sono da sempre patologicamente attratto (in senso di ammirazione e non necessariamente fisico) dalle "bad girls" ^_^
... e chi non vorrebbe essere seduto sul proprio tesoro, come noi donne? (E' una domanda retorica, ovvio). Non farei mai cambio con un uomo!
RispondiEliminaBad girl io??? Giuro, non sono stata io. E se c'ero, scopavo. In Vaticano mi hanno promossa sul campo, al titolo: SANTA SUBITO!