mercoledì 25 giugno 2014

LO STEWARD FURIOSO

Tempo fa andai a prenotare una vacanza marittima in una località modaiola. Nonostante sia da anni meta turistica ambitissima, per me era la prima volta e ci andavo da sola, perché se avessi aspettato gli amici, non sarei più partita. In agenzia conobbi un uomo più giovane di me, sulla trentina, che vi era già stato negli anni precedenti. Mi consigliò circa gli spot da visitare e fu così gentile da offrirsi come guida a distanza via WhatsApp una volta arrivata laggiù. Perciò acconsentii di scambiarci i numeri di telefono. Oltretutto era di una bellezza rarefatta, delicata, timida. Si chiamava Daniele Fury, con origini inglesi da parte di madre. Alto sui 183, slanciato, fisico atletico, castano chiaro col ciuffo sbiondito, occhi luminosi e grandi sul verde chiaro/nocciolato, mani raffinate, look sportivo casual, sorriso splendente, labbra dolci sulle quali morire. La cosa che più mi colpì, oltre la gentilezza, furono i peli delle gambe: biondissimi. Lavorava come Steward sui
treni TGV, avanti e indietro Milano/Parigi con turni strampalati e per questo motivo aveva poche relazioni sociali, se non con vecchi amici dell'Università. Bevemmo e mangiammo qualcosa la sera stessa nella California Beckery di Via Larga a Milano, ambiente di lusso e godereccio. (continua...)

Nessun commento:

Posta un commento